Ebbene si, nonostante sembrasse solo una voce, la chiacchiera secondo la quale WhatsApp, in realtà, sia sotto controllo, si fa ogni giorno più realistica.
A dimostrare la validità di questa tesi, sarebbe stato l’ingegno di uno sviluppatore tedesco, pronto a spiegare quanto sia facile criptare l’app, decodificare le informazioni e rubarne il contenuto.
Bass Bosschert, lo specialista informatico sulla sicurezza, avrebbe appurato che il database delle conversazioni di WhatsApp, soprattutto nei dispositivi Android, dunque, non è per nulla sicuro e facilmente accessibile.
“Il database delle conversazioni di WhatsApp viene automaticamente salvato nella memoria interna del dispositivo” – prova a chiarire Bosschert – “e può essere letto da qualsiasi applicazione per Android autorizzata dall’utente ad accedere alla memoria”.
Tutte le applicazioni che ogni giorno quindi scarichiamo ed istalliamo, sono un pericolo per la nostra privacy, considerato che la maggior parte delle volte, di ciò che scarichiamo non ci preoccupiamo di leggerne le avvertenze.
Come fare per rubare le conversazioni?
Il procedimento non è affatto difficile, basterebbe servirsi di una applicazione che contiene un codice che possa decriptare Whatsapp, fare in modo che questa acceda alla memoria interna dello smartphone ed il gioco è fatto! L’azienda presa in causa risponde, però, che è molto difficile che i malintenzionati siano interessati alla memoria di un cellulare.
Che sia un modo per mettere a freno lo scandalo che potrebbe scoppiare?