Per sfruttare al meglio i social video in ambito web marketing, Adweek (guru dell’adv americano) ha diffuso online, di recente, un vademecum rivolto a tutte quelle aziende intenzionate a raccogliere bene ciò che il marketing legato ai social semina cercando di non fare errori che costano tempo e soldi.

Innanzitutto, non è sufficiente realizzare un video ben fatto e diffonderlo sui social come viene, viene senza essere ‘mirato’, ‘specific’ come dice Adweek.

Un brand deve distinguersi dagli altri nell’oceano di video pubblicati ogni giorno che puntano al marketing.

I canali ci sono e sono ottimi per farsi conoscere ,ma la voglia di farsi conoscere con i social video (comune a tutti) deve abbinarsi a qualcosa di più. Qualcosa di ‘specific’, per l’appunto.

Il vademecum Adweek non può che iniziare con YouTube, il social video per eccellenza.

 

YouTube

Abbiamo detto il social video per eccellenza; in realtà, la piattaforma YouTube usa il video come strumento di condivisione.

E’ l’ideale per chi vuole leggere i dati e incanalarsi sui ‘desk’ giusti e può funzionare con i brand intenzionati a creare una propria community comunicando di tutto, raccontandosi e, nello stesso tempo, analizzando il target di pubblico.

YouTube risulta, invece, troppo lento per quei brand che vogliono emergere a livello trendy e vogliono farlo immediatamente.

I contenuti devono considerare il tipo di pubblico da raggiungere sfruttando i topic più cliccati. Il video può durare i classici 3 minuti o anche meno, è indifferente.

 

Facebook

Il social video targato Facebook è consigliato ai brand che intendono divulgare i propri contenuti ad un’audience più vasta con la possibilità di usare l’opzione Autoplay  che consente di far partire in automatico il filmato.

E’ azzeccato per chi ama la spontaneità del live e dei commenti in real time mentre è sconsigliato ai marchi che, volendo creare una community per fidelizzare clienti, preferiscono evitare l’eccessiva schiettezza a favore di contenuti più seri.

Rispetto a YouTube effettuare una ricerca di video su Facebook non è così semplice perché un algoritmo consente di propinare all’utente contenuti di suo gusto.

Ciò che funziona maggiormente sul social network di Mark Zuckerberg sono i live ed i video che (se abbastanza trendy, brevi ed in grado di funzionare anche senza sonoro) potrebbero diventare virali.

 

Snapchat 

Un canale social video come Snapchat è buono per attirare l’attenzione di un pubblico giovane e georeferenziato perché offre una community molto vasta e consolidata, ma non è per nulla adatto alle aziende che hanno necessità di raccogliere dati sulla propria campagna marketing o sul target di pubblico.

I video perfetti da pubblicare su Snapchat sono i dietro le quinte, meglio se curati al minimo (al limite del grezzo) per sembrare reali il più possibile, e video che raccontano il ‘qui, adesso’.

Instagram

Nato principalmente come social per la condivisione di immagini, Instagram accoglie sempre più video (grazie alla volontà del proprietario Facebook che lo supporta) della durata massima di un minuto, che possono raccontare Stories in tempo reale attraverso le foto.

Questo canale di social video non è il massimo per i marchi intenzionati a ‘studiare’ la propria audience o che vogliono proporre video lunghi.

E’, invece, indicato per i brand che non vanno d’accordo con gli algoritmi e che vogliono raggiungere i follower attraverso i feed. Insomma, Instagram concede la diffusione di video live decisamente brevi.

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