Il Retail Apocalypse sta ad indicare il fenomeno che riguarda la chiusura dei negozi fisici in America a causa del cambiamento comportamentale della popolazione.
Questo fenomeno sta ovviamente prendendo piede anche in Italia, proprio perchè le nuove generazioni, rispetto a quelle prima dei millennials (quelli nati a partire dal 1984), hanno cambiato modo di vivere e di spendere.
Esiste l’online e la gente compra online. Amen.

C’era una volta il supermercato, poi la galleria ed infine i centri commerciali.
Però ora c’è un problema. I centri commerciali sono malati e stanno morendo.

Sarà colpa della crisi? No e togliamoci dalla testa questo concetto perchè i dati dimostrano che la crisi ormai non c’è, o meglio, il grafico che vi allego qui sotto ci dimostra come il picco di crisi sia ormai superato.

Oggi stiamo ricominciando , il mercato ricomincia a funzionare.

Questo è il grafico del Dry Baltic index aggiornato al 2017 che spiega semplicemente che il “miracolo dei consumi” (il DBI misura il flottante commerciale che trasporta per il mondo materie prime, semi lavorati e beni di consumo) è stato un caso statistico più che un evento coerente. Se ci si aspetta che la crisi passi, forse non si è capito bene che la crisi è già passata da un pezzo.

Perchè allora i negozi stanno chiudendo?

I negozi fisici chiudono perchè la competitività online è troppo forte.
Direi , in realtà, che non c’è proprio competitività dato che i negozi online offrono lo stesso prodotto generalmente ad un prezzo di molto inferiore a quello che puoi trovare in un negozio fisico.
Non solo: Vuoi mettere la possibilità di comprare un televisore, che te lo portino direttamente a casa e che costi magari la metà rispetto a quello che puoi trovare in un negozio di elettronica?
La comodità, la velocità della spedizione ed il risparmio stanno facendo optare definitivamente per l’online.

Amazon, Alibaba, Zalando, Yoox e molte altre realtà minori han deciso di vendere in rete quello che si può trovare nei negozi e sarà ormai la normalità.

I portali online, oltre a dare un evidente vantaggio all’acquirente, hanno un’arma in più rispetto al negozio fisico ovvero coscono tutto di te grazie al “sentiment“.

Facciamo un esempio. Se oggi il Fabio Rossi va a comprare delle ciabatte su un E-mall il sito (Amazon, Alibaba, Zalando, Yoox scegliete voi) non si limita ad acquisire i dati anagrafici, la mail e i dati della carta di credito di Fabio. Ma, grazie all’indecisione di fabio che ha navigato su e giù per il sito, mettendo like ad altri prodotti che lo “intrigavano”, il sito costruisce un’identità del Mario. In pratica con un po’ di visite saprà tutto di Fabio. Alla meglio il centro commerciale classico conosce l’identità di Fabio e, se il commesso è sveglio ed è supportato da un dipartimenti marketing attivo, potrà raccogliere la mail.

L’intelligence dispiegata in un E-mall è tranquillamente 100 volte superiore rispetto a un negozio di un classico centro commerciale.

Quindi prevedibilità delle scorte, acquisto di materie prime, offerte special etc.. sono facilmente pianificabili da un E-mall rispetto a un Mall fisico.
I brand si stanno già muovendo con l’ “esperienza di vendita multicanale”. Stile si compra on line (magari con lo sconto) e si ritira il prodotto nel punto vendita dello stesso brand (per esempio catene di elettronica).

Pubblicato da Mary Ciavotta

Maria Ciavotta è social media marketing manager ed editrice dei siti wdonna.it e piattifacili.com.

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