cosa s’intende per pezzetto

Con il termine “pezzetto” si indica il modo in cui grazie ad una tecnologia chiamata IPTV è possibile con un solo decoder vedere tutti i contenuti in presa diretta o on demand, come le varie pay tv su internet a costi davvero molto bassi. Ovviamente questo tipo di abbonamento è del tutto tarocco e quindi illegale. Ma questo non sembra spaventare gli utenti visto che i casi di pezzetto registrati in Italia negli ultimi anni sono stati davvero molti. Ma vediamo di capire meglio come cos’è l’IPTV e quali sono i rischi a cui si va incontro se la si utilizza nel modo sbagliato.

Cos’è l’iptv

In passato prima dell’avvento di internet, i segnali televisivi venivano trasmessi nell’etere sia via cavo che via satellite. Ma con l’arrivo della rete internet, sia l’industria televisiva che quella cinematografica hanno subito capito il potenziale del web, ed hanno cercato di sfruttarlo come mezzo di comunicazione per diffondere i contenuti video.

Ecco dunque che nasce l’IPTV; acronimo di Internet Protocol Television il cui utilizzo è ormai talmente diffuso che nei prossimi anni potrebbe essere addirittura il canale di visione preferito in assoluto. L’IPTV in sostanza utilizza la rete per inviare i flussi video e ne esistono due categorie differenti: la prima è quella che trasmette contenuti live; mentre la seconda è quella che si affida al video on demand. 

Dei palesi esempi riguardanti la prima categoria possono essere i canali in diretta che trasmette la RAI oppure quelli di SKY. Della seconda tipologia invece fanno parte servizi come per esempio Netflix, Mediaset Infinity o Sky On demand. È importante fare questa premessa per far capire che L’IPTV originariamente non nasce come uno strumento di cui si servono i pirati del video; ma al contrario è legale al cento per cento. Questa tecnologia infatti viene utilizzata ogni giorno da moltissimi italiani.

Le IPTV illegali

Le trasmissioni video protette da copyright sono anch’esse strettamente legate alla pirateria. In passato pensando alla pirateria si pensava al fenomeno delle videocassette illegali. Con poche lire infatti si potevano acquistare contenuti come film o musica in modo molto semplice. Questo fenomeno era parecchio diffuso sopratutto negli anni ’80 e ’90; però ha avuto un percorso molto limitato a causa della scarsa qualità delle VHS. Le cassette pirata, infatti, spesso avevano problemi di audio e video. La nascita del digitale poi ha fatto estinguere del tutto le videocassette e la pirateria a loro connessa.

Ai giorni nostri la pirateria non si è di certo estinta come le VHS; si è solo spostata verso altri lidi. Di fatti da internet ormai si possono scaricare con estrema facilità film e serie TV. Per non parlare del fatto che adesso esistono centinaia di siti che effettuano lo streaming di contenuti illegali tramite il browser.

Diciamo che rispetto al passato le protezioni delle TV a pagamento satellitari sono migliorate di parecchio, ma ciò non ha di certo impedito ai pirati di eludere tali protezioni sfruttando per l’appunto la tecnologia IPTV come protocollo di trasmissione.

IPTV illegali come funzionano

Le IPTV illegali per gli utenti sono un vero e proprio affare perché raccolgono al loro interno tutta la migliore offerta televisiva oggi disponibile. Chi si abbona a questo servizio illegale fa quindi un “pezzetto”. Il pezzetto ti da accesso all’intero palinsesto a pagamento sia italiano che internazionale. In questo modo si potrà quindi godere di cinema, calcio, serie TV e addirittura pornografia.

Da questo si evince che ciò che viene offerto è davvero un pacchetto molto ricco, per di più proposto ad un prezzo molto più basso rispetto all’IPTV legale. L’IPTV illegale spesso offre anche tutta la programmazione di SKY e Mediaset Premium, oltre che film e serie TV in streaming che in genere non si trovano compresi nei 2 pacchetti citati poc’anzi. Inclusi nell’offerta troviamo addirittura dei film in programmazione nei cinema. 

Chi accede ad una IPTV illegale, solitamente lo fa utilizzando tre elementi fondamentali: un softwuare capace di leggere il flusso video, un file che contiene la lista dei canali e un server che effettua lo streaming del flusso video. Ovviamente tutti i software utilizzati dalle IPTV pirata sono illegali, e possono essere VLC oppure app Android o iOS create apposta per dirigere i flussi video.

Però senza la lista canali chiamata anche stringa, il software non sarà in grado di collegarsi al server assegnato allo streaming. Ed è proprio su queste stringhe che va avanti il business dei video pirata. Recuperare una stringa online è davvero molto semplice e spesso anche gratuito.

In questo particolare caso parliamo di stringhe di prova che mostrano le potenzialità del servizio ma che però rimangono attive per un periodo di tempo limitato. Oppure mettono a disposizione dell’utente una qualità di visione più scadente rispetto a quelle in vendita online.

Se invece si vuole accedere ad una lista canali del tutto funzionante, si dovrà acquistare una stringa a pagamento; ma anche in questo caso reperirne una è piuttosto semplice. Spesso è il passaparola che fa entrare gli interessati in contatto con il business delle IPTV illegali. Basta infatti conoscere qualcuno già abbonato al servizio è voilà, il gioco è fatto. Chi invece non conosce nessuno che utilizza IPTV illegali, allora può andare a visitare i tanti portali dedicati a ciò oppure dei forum border-line. Essi metteranno in contatto l’utente con con chi offre il servizio; ma ovviamente non c’è nessuna garanzia che quest’ultimo funzioni.

Una volta trovato chi vi fornisce il servizio, si dovrà pagare una cifra che varia in base alla lunghezza della sottoscrizione; in questo modo si otterrà quindi una lista canali pronta per essere utilizzata. Ovviamente per il pagamento si utilizzano i sistemi non tracciabili per evitare problemi nel caso in cui si venga scoperti; eventualità per niente lontana.

Pezzetto e IPTV a cosa si va incontro se lo si usa

Gli amanti del pezzetto devono stare parecchio attenti perché le pene previste se si viene scoperti sono tutt’altro che tenere. Si rischiano infatti fino a 4 anni di carcere ed una multa che può arrivare anche a 15 mila per aver violato l’articolo 171-ter della legge 633/41 sulla protezione dei diritti d’autore.

Grosse pene previste anche per gli utilizzatori finali. Esse possono variare in base al contesto di visione, ma comunque l’utente può rischiare fino a 3 anni di carcere e una multa che va dai 2,582 euro fino a 25.822 euro. Una sanzione davvero molto severa anche se spesso in questi casi si applica una sanzione amministrativa; cioè una multa che evita il carcere agli utilizzatori del pezzetto.

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