Alla Generazione Y, quella dei Millennials, appartengono i nati tra il 1980 e il 2000, quindi la fascia di età compresa tra i 16 ed i 34 anni.

A cosa si deve questo nome?

La Generazione Y è la prima, nella storia del genere umano, a conoscere spontaneamente i codici della comunicazione digitale, ad essere cresciuta all’interno di un metodo educativo tecnologico e neo-liberale.

I Millennials precedono gli appartenenti alla Generazione Z (nati dopo il 2000) e vengono dopo la Generazione X (le persone nate tra il 1965 ed il 1980).

La Generazione Y è stata teorizzata dagli storici Neil Howe e William Strauss alla fine degli anni Ottanta.

Che ha di tanto speciale?

I Millennials fanno parte della prima generazione davvero globale (pur avendo passione per il locale), sono gli iperconnessi, utenti attivi nell’acquisto di prodotti e nella fruizione di servizi su Internet, nascono digitali e crescono mobile, la loro identità si esprime perlopiù attraverso elementi visuali diffusi sui social network, primo fra tutti Facebook.

E’ la generazione delle tre C: sempre Connessi, aperti al Cambiamento e molto Confident, che in inglese significa sicuri di sé con tanta voglia di emergere ed avere visibilità.

All’appello manca un’altra C importante: la loro filosofia della Condivisione.

 

Millennials pigri, superficiali e narcisisti?

Si presta sempre maggiore attenzione ai Millennials che hanno superato in numero gli appartenenti alla Generazione X.

Nel mondo, i Millennials sono circa 2,3 miliardi, negli USA sono più di 80 milioni ed un report di eMarketer di due anni fa ha previsto che, nel 2020, la spesa annuale dei Millennials salirà a 1,4 trilioni di dollari.

I Millennials sono figli della Grande Recessione 2007-2010 e vivono nell’ambito di elevati livelli di disoccupazione e crisi nel mondo del lavoro che tutti conosciamo.

Il Time li ha definiti “pigri, superficiali e narcisisti” ed anche egocentrici e lo scrittore nonché consulente di marketing anglo-americano Simon Sinek ha voluto controbattere questa definizione inappropriata spiegando più da vicino i problemi che la Generazione Y deve affrontare: ha evidenziato in un video di 18 minuti quali sono i principali punti di infelicità dei giovani Milllennials.

 

Italia: 11,2 milioni di Millennials

Nel nostro Paese, sono stati stimati 11,2 milioni di Millennials, di cui il 76% è connesso ad Internet dalla mattina alla notte: rappresentano il 55% di utenti online tra le 12 e le 21, sono i cosiddetti always on.

Acquistano prodotti, fruiscono di servizi, mandano e-mail, sfruttano costantemente i motori di ricerca ed i social network, si nutrono soprattutto di video, giochi online, musica.

Internet è la loro finestra sul mondo: risolvere i bisogni quotidiani (informazione, lavoro, studio), coltivare passioni ed interessi, tenersi informati, aggiornati ed imparare cose nuove.

Usano principalmente Internet a scapito della TV per fruire di contenuti in streaming (film, trailer, serie TV).

I Millennials hanno superato il concetto di digitale, si evolvono in mobile (il PC lascia il posto a smartphone e tablet per accedere a Internet, usare App, social network, messaggistica istantanea).

Non accettano tutto ciò che viene loro somministrato, anzi sono molto critici riguardo alla qualità ed originalità delle App usate o dei siti web visitati.

Il fattore che più di altri sorprende è che i Millennials non sono influenzati dalla pubblicità (solo l’1%), preferiscono affidarsi a blog di settore prima di acquistare, sono diffidenti verso la pubblicità tramite riviste, TV o libri, restano fedeli e vogliono avere un’interazione con i brand di fiducia tramite social network.

 

Risultati del sondaggio “Generation What?”

Cosa piace e cosa non piace ai Millennials europei?

A questa domanda risponde il recente sondaggio “Generation What?” condotto da Ebu-Rai in collaborazione con Rep.it, cui ha partecipato quasi un milione di Millennials di 35 Paesi europei diversi.

Non amano la politica e considerano i politici corrotti anche se vogliono votare e partecipare alla vita politica. Sono disillusi nei confronti del futuro e del lavoro, non sono interessati alla religione, sono poco trasgressivi, si dichiarano fedeli, amano la musica, lo sport, i libri, l’amicizia, la cultura e possono fare a meno della TV. Sono cosmopoliti, per niente nazionalisti, non hanno un senso di Patria e sono molto aperti all’accoglienza (soprattutto le donne). Sono esperti di tecnologia ma non sanno pianificare il loro futuro finanziario ed associano la parola risparmio ad un grande sacrificio.

Pubblicato da Mary Ciavotta

Maria Ciavotta è social media marketing manager ed editrice dei siti wdonna.it e piattifacili.com.

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