Questo post dovrebbe far riflettere tutti i piccoli negozianti che forse ancora non si sono accorti che evolversi è l’unico modo per fronteggiare il mercato.

Ho visto su Facebook questa foto e la cosa mi ha fatto tristezza da un lato, perchè capisco che non sia affatto facile ora come ora riuscire a vendere con un negozio fisico, dall’altro mi ha fatto sorridere.

Sorrido perchè indignarsi difronte ad un evidente cambiamento (ormai definitivo) del mercato non serve a nulla, anzi.

Nel cartello esposto è scritto: “Informiamo che la libreria non venderà nè prenoterà testi scolastici a chi ha già acquistato la maggior parte dei libri su Amazon.”

E’come se andassi da un artigiano per farmi fare la cucina e lui mi dice “eh no,il resto l’hai preso da ikea? Sai quanti artigiani hanno chiuso per colpa di ikea? O ti rifai fare tutta la casa o la cucina non te la faccio”.

E’ un cartello che indigna me che sono una mamma e che quindi  penso bene a come spendere per mia figlia.

Tra l’altro mi occupo di comunicazione.
Nel caso in specie, infatti, la comunicazione posta in essere non solo è sbagliata ma anche controproducente. E questo non vale solo per me , che appunto sono mamma, ma il messaggio non è di certo positivo ed accogliente ( come dovrebbe essere se vuoi vendere).

È lapalissiano che avrà breve durata l’attività di questo signore ed forse è giusto così dato che lo stesso non sa comunicare affatto e quindi non sa vendere.

Non dimentichiamoci che chi compra vuole risparmiare senza rinunciare alla qualità ed è per questo che Amazon è leader nel commercio online.

Vediamo di capirne di più:

La differenza fra Amazon ed una libreria qualsiasi sempre on line è del 15%.
Rispetto ad una libreria fisica siamo intorno al 35/40%.
Ora, se un testo con prezzo consigliato dalla lista consegnata ai genitori dalla scuola è pari a 17,70€, perché la libreria fisica lo vende a 21€ ed Amazon a 14,99€?
Per il “servizio”?
E quale sarebbe questo servizio? La consegna al cliente che oltretutto deve recarsi di persona a prenderli?

Mi spiace notare come ancora nel 2017, dove esistono le lavagne interattive, pdf ed è tutto digitale, ci siano alcuni negozianti che sbattono i piedi se stanno morendo.

Sono basita ,cara cartoleria/libreria , e forse sarebbe opportuno ringraziare chi viene ancora da te per il libro mancante.

Questo è il futuro ed il soggetto va dove c’è il risparmio. Amen.
O ci evolviamo o chiudiamo e non c’è alternativa.

Ogni settore commerciale ,compreso quello dei libri, deve aggiornarsi e portarsi in un sistema di vendita più rapido, semplice ed economico quindi diventa naturale che vi sia un’incremento delle vendite on-line.
C’è la comodità di ricevere il materiale acquistato qualsiasi esso sia, la rapidità nel “visitare” i siti e nel trovare ciò che si cerca e se ci mettiamo pure la conseguente riduzione dei costi per l’assenza di “intermediari” portano forzatamente alla chiusura di un certo tipo di negozi e gli acquirenti a servirsi sempre più della rete per fare acquisti.

In conclusione:

Potremmo fare dibattiti su etica economica e quant’altro, ma ciò che conta ,per chiunque abbia un’attività, è doversi innovare, adattare e dover investire per restare sul mercato. Ed è inutile girarci intorno, se sei un imprenditore sai benissimo che un cartello così può solo essere un ulterirore danno per la tua attività.

Nel business non è opportuno far prendere il sopravvento alle emozioni, ci sono migliaia di imprenditori che manderebbero a quel paese altrettanti clienti ma spesso (non sempre) è più proficuo fare sorridere .

Pubblicato da Mary Ciavotta

Maria Ciavotta è social media marketing manager ed editrice dei siti wdonna.it e piattifacili.com.

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