Secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia, Google sarebbe responsabile dei dati pubblicati sul web anche da terzi. La sentenza è una risposta ad un cittadino spagnolo  che chiedeva l’eliminazione di informazioni ormai obsolete.

Tale sentenza è incentrata sulla questione “privacy”, ovvero sul diritto all’oblio del web, ossia a quel diritto che vuole la rimozione di contenuti che richiamino avvenimenti o situazioni ormai prive di interesse, ma in grado ancora di causare dei danni, anche gravi. Google e tutti i più grandi motori di ricerca saranno da oggi responsabili se questi dati sono pubblicati su pagine web da terzi, in quanto essi stessi sono responsabili in tutto e per tutto della conservazione e della gestione di questi dati. 

Tutto nasce da un cittadino spagnolo, Mario Costeja Gonzales, che un giorno ha notato un link su un quotidiano on line su una vicenda che lo riguardava di dieci anni prima, ed ha quindi deciso di rimuovere l’informazione obsoleta. In dieci anni le cose ormai erano cambiate e quella vicenda non lo riguardava più, chiedeva quindi a Google che il suo nome non venisse più associato a quella vicenda. Chiese dunque al giornale la rimozione del link, ma non ottenne alcun risultato. Allora decise di rivolgersi all’Agencia Española de Protección de Datos, ossia il Garante della Privacy spagnolo, e da qui le cose cambiarono.

Il responsabile dell’informazione, in questo caso, non era tanto il giornale, ma Google stesso, che incamera l’informazione e ne rileva i vari collegamenti. Da qui comincia la dura battaglia legale e la Corte Ue oggi afferma che ll gestore di un motore di ricerca su Internet è responsabile del trattamento dei dati personali pubblicate sul web da terzi”.

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