L’industria, il marketing, in questo caso quello alimentare, ha fatto un bel buffo lavoro con le nostre menti: ci ha convinto che tutti i nostri desideri, reali o indotti, non possano essere soddisfatti se non tramite i loro prodotti. E cosi non possiamo vivere emozioni se non attraverso beni materiali, non possiamo divertirci se non consumando, e non possiamo assaporare cibi buoni, se non attraverso pastrugni ben confezionati da Lei (l’industria). Se quindi abbiamo voglia di uno yogurt al cocco, ma abbiamo a cuore il giro vita dobbiamo passare mezzora davanti al banco frigo per cercare quello con la scritta “light” piu grande, con la signorina piu sorridente sopra, quello con piu scritte “SENZA!” stampigliate sopra, insomma senza impazzire a leggere gli ingredienti perchè oddio non ci capisco niente, ma zuccheri semplici che sono uh questo ha meno grassiwow, insomma faccio prima a fidarmi di loro, tanta frutta, prodotti di origine naturale (pure l’arsenico ha origini naturali eh) eccolo.

E quindi se abbiamo voglia di uno yogurt al cocco, ci spariamo un bel prodotto sgrassato, aromatizzato, edulcorato, perchè se vi facessero mangiare quello yogurt zero da solo, non finireste il primo cucchiaino, altro che donnina sulla confezione, lo mangi lei sto schifo. Quindi per promettere grassi zero, si aggiunge zucchero, o (peggio) dolcificanti, aromi di vario tipo, ed ecco che miracolo, credo di mangiare qualcosa che nella mia testa si sovrappone ad vago ricordo di cocco. 


E cosi, hanno fatto tombola. Hanno preso un nuovo consumatore, l’esperienza positiva vi porterà a comprare ancora quel prodotto e lungi da voi cambiar marca, vi state dimenticando lentamente che sapore ha davvero lo yogurt e che caspita di sapore ha il cocco, ultima vi chiederete perchè mai fare a meno di cotanta comodità. Una coccola ogni tanto. Beh ogni tanto. Come tutte i cibi zuccherati, danno dipendenza, e fame, e alterazione del nostro Capo Supremo, ossia il microbiota intestinale, infiammano, quindi sta coccola ogni tanto, è probabilmente la vostra croce quotidiana, che sia lo yogurt, o il gelatino, o la merendina. Ma è alla frutta!!!!!!
Non la vede nemmeno col cannocchiale la frutta.
Proviamo per una volta a uscire da questo giogo, e a ragionare con la nostra testa? Se ho voglia di un yogurt al cocco, non mi resta che prendere dello yogurt (intero, greco…) e metterci… del cocco!!!!!! magari poi preso dall’entusiasmo creativo metto noci, ciocco fondente, zenzero, buccia di limone, e i gusti mi esploderanno su palato piano piano, man mano che mastico e si liberano le molecole volatili, assaporerò con calma la mia creazione e intanto cervello e corpo fanno scorta di batteri lattici, antiossidanti, vitamine, acidi grassi buoni, endorfine, soddisfazione, autodeterminazione.
Tutto in uno yogurt? 
Si, riprendersi la propria vita, e la propria salute, è tanta tanta roba. Ma bisogna aver voglia di mettersi in gioco. 
Chi ne ha voglia?

Post della Pagina Facebook Manuela Navacci Biologa Nutrizionista

Pubblicato da Mary Ciavotta

Maria Ciavotta è social media marketing manager ed editrice dei siti wdonna.it e piattifacili.com.

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