In tutte le case non mancano smartphone, tablet e computer fissi o portatili, tutti dispositivi molto utili ma che allo stesso tempo rischiano di causare un eccessivo consumo di energia. Negli ultimi tempi, infatti, si sta sempre più attenti ad evitare sprechi e consumi di ogni tipo. A volte capita di attaccare il caricatore dello smartphone per poi dimenticarlo inserito nella presa di corrente una volta caricato il dispositivo.

Per chi vuole limitare gli sprechi, questa è un’abitudine da abbandonare il prima possibile poiché anche senza lo smartphone in carica il caricabatteria continua a consumare energia incidendo sulle bollette dell’energia elettrica. I caricatori, infatti, seppur sconnessi dai dispositivi continuano a consumare energia, consumo che in realtà è più corretto definire un vero e proprio spreco, dato che l’energia in circolo viene dispersa.

Secondo alcune ricerche, tra cui quella riportata dal portale web “How to Geek”, il consumo di energia causato dal caricatore dimenticato attaccato e senza dispositivo da caricare può essere stimato tra i 0,52 e un euro l’anno, dato che in Italia l’energia elettrica ha un costo che oscilla tra i 0,20 e i 0,40 euro per kilowattora.

Altro problema assolutamente da non sottovalutare è il danno ai cavi. Tutti i caricatori lasciati attaccati alla presa, oltre a consumare energia elettrica, rischiano di danneggiare irreparabilmente i cavi, comportando nuove ed ulteriori spese per i consumatori. Dimenticando i caricatori attaccati  questo continuerà ad assorbire energia con il rischio di scaldarsi e danneggiare i cavi.

Non staccare i caricatori dalle prese elettriche può compromettere le prestazioni degli stessi caricatori fino a danneggiarli.

Da ricordare è anche la differenza tra i moderni caricatori rispetto a quelli più datati. Sono questi ultimi, infatti, quelli che causano un maggior consumo e sperco di energia dato che alcuni dei moderni caricatori una volta staccato lo smartphone non consumano più energia.

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