Se spii la chat di tuo marito/tua moglie attraverso la quale palesemente flirta con un altra/o, puoi essere denunciata/0 e subire quasi certamente una condanna penale.
No, non è uno scherzo ma è tutto vero.
Il codice penale , infatti, punisce chiunque abusivamente si introduca in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza, oppure si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo.
La pena prevista è della reclusione fino ad un massimo di tre anni.
Questo reato, in verità, non è stato introdotto recentemente ma era noto già nel 1993 ed è nato per tutelare il cosiddetto “domicilio informatico”, inteso come lo spazio virtuale all’interno del quale il titolare svolge attività e intrattiene relazioni personali e rispetto al quale costui ha il diritto di impedire o limitare l’accesso o la permanenza altrui.
N.B : Per sistema informatico si intende qualunque complesso di hardware e software che sia in grado di immagazzinare, generare ed elaborare dati rilevanti per l’utente e il cui accesso sia protetto da password .
Quindi anche l’account di un social network, come nel caso di specie, rientra tra i sistemi informatici cui è applicabile la norma appena citata.
Ma se la violazione è avuta anche se è tuo marito/moglie che ti ha fornito la password?
Anche se tuo marito/moglie , in passato, ti aveva rivelato la sua password di accesso all’account NON PUOI VISUALIZZARE UN CONTENUTO SENZA LA SUA AUTORIZZAZIONE
A tal proposito le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito il principio secondo cui anche qualora un soggetto sia legittimamente in possesso dei dati di accesso ad un account altrui, se l’avente diritto ha imposto delle condizioni e dei limiti riguardo all’utilizzo di tali dati e l’agente viola queste prescrizioni, vi sarà reato.
In conclusione: Non puoi controllare, spiare o verificare ciò che il tuo compagno/a fa se chat o email sono protetti da password. Costituirà reato anche se sei in possesso dei dati di accesso (perchè forniti in precedenza dal titolare) entrare nella vita sua virtuale senza il suo consenso.