Come realizzare un social contest

Guida sui concorsi a premi

Come si realizza un social contest? Ecco una guida per apprendere come dar vita ai concorsi a premi sui social media.

Il primo step è rappresentato dalla stesura del regolamento del contest. In internet si trovano tantissimi regolamenti e per questo motivo è necessario prestare molta attenzione: non tutti, infatti, sono degni di nota, molti riportano informazioni del tutto sbagliate.

I contenuti minimi di tale regolamento sono stabiliti dall’art. 11 del D.P.R. 26/10/2001 n. 430, che determina: l’indicazione del soggetto o dei soggetti promotori; la durata; l’ambito territoriale; le modalità di svolgimento del concorso a premi; la natura ed il valore indicativo dei singoli premi messi in palio; il termine della consegna dei premi;  l’indicazione della Onlus alla quale devolvere i premi non richiesti o non assegnati.

Secondo step: la cauzione. Essa deve garantire il 100% del valore del montepremi (al netto dell’IVA) e può essere prestata tramite fidejussione bancaria, fidejussione assicurativa o deposito in contanti.

Il concorso a premi sarà gestito da un’applicazione realizzata da un tecnico o da un’azienda che sono chiamati a rilasciare la perizia tecnica sotto forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio, valida per attestare il funzionamento del software, le politiche di sicurezza adottate e l’ubicazione del server (obbligatoriamente in Italia).

Il contest non potrà prendere il via senza averne dato comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico almeno 15 giorni prima. Tale comunicazione può essere fatta esclusivamente compilando l’apposito modulo (Prema Co/1) presente sul portale  www.Impresa.gov.it.

È importante sapere che non è possibile consegnare i premi senza l’intervento di un pubblico ufficiale. Secondo la legge, infatti, ogni fase dell’assegnazione dei premi è effettuata alla presenza di un notaio o del responsabile della tutela del consumatore e della fede pubblica presso la Camera di Commercio.

Una volta assegnati i premi, la vincita dovrà essere notificata ai vincitori. A tal proposito si consiglia l’utilizzo di raccomandate, fax, telegramma, e-mail.

I premi dovranno poi esser e consegnati rispettando i tempi e le modalità indicate nel Regolamento. Quelli non richiesti o non consegnati dovranno essere devoluti alla Onlus indicata nel regolamento.

Ogni conconcorso a premi è legato al versamento di una Ritenuta alla fonte a titolo d’imposta del 25%.

Fase conclusiva: per prima cosa raccogliete tutti i documenti utili e inviateli al notaio o al funzionario camerale per la stesura del verbale di chiusura; tornate poi sul portale impresa.gov.it, compilate il Modulo Prema CO/2 e allegate il verbale di chiusura firmato con la firma digitale.

Calvin Klein e il cartellone con modella nera e grassa

Siamo passati sa un estremo all’altro. Due persone nelle quali non mi riconosco ; quella che vorremmo essere, l’altra è quella che per forza di cose deve imparare ad accettarsi e farsi accettare.


Trovo entrambi i messaggi sbagliati, ma in particolar modo il secondo.
Sappiamo benissimo che quando pensiamo ad una modella, subito ci immaginiamo una ragazza magra e alta. È uno stereotipo al quale siamo stati abituati nel tempo.


Nel caso delle modelle curvy, che di curvy non hanno proprio nulla, io vedo solo un “ma sì, hai problemi di salute, ma va benissimo così. Sfruttiamo la tua immagine affinché le donne in evidente sovrappeso non facciano nulla per migliorare la propria situazione”.
Obeso non è curvy.
Come sottopeso non è magro.
(Non uso il termine anoressico perché è legato ad un disturbo alimentare, non ad una determinata forma fisica).

In conclusione , però, gran parte della popolazione dell’emisfero settentrionale è in sovrappeso, quel cartellone (aimè) rispecchia la realtà .

Apertura primo bordello dedicato alla realtà virtuale e sex doll

APERTURA PRIMO BORDELLO DEDICATO ALLA REALTA VIRTUALE E ALLE SEX DOLL

Sexdollshowroom.com in collaborazione con Neotech inaugura la sua apertura a Milano, Trezzano sul Naviglio, Viale Leonardo da Vinci n 97.
Come produttore e fornitore internazionale di nuove tecnologie inerenti all’eros, sia per i singoli rivenditori oppure per utenti privati, la mission di Sexdollshowroom.com insieme a Neotech è quella di portare lo straordinario mondo dell’eros un passo in avanti.
Quali sono queste nuove tecnologie che portiamo per la prima volta a conoscenza del pubblico Milanese?
Sex Doll:
Apre a Milano il primo Bordoll con le famose bambole sessuali, a grandezza naturale con cui fare sesso a pagamento, con spazzi dedicati.

Realta Virtuale Aumentata:
Siamo i primi in assoluto in Europa e in Italia a promuovere questo servizio dove l’utente si immerge completamente, con vista e udito, in un ambiente virtuale erotico. Un’esperienza unica nel suo genere, l’apice delle nuove tecnologie nel campo dell’autoerotismo. Anche qui proponiamo uno spazio unico e privato per la prova di questa nuova tecnologia.

Sexdollshowroom.com con Neotech sta creando una nuova tecnologia che permetterà di far si che le sex doll e la realtà virtuale si fondano in una sola entità per creare una nuova realtà nel campo dell’eros.
Gli spazzi, con una superficie di 125 mq, si trovano in un’elegante palazzina di color azzurro. All’interno, la superficie è suddivisa in varie stanze, dall’atmosfera sensuale e avvolgente. Uno spazio dedicato all’esposizione delle Sex Doll e due stanze dedicate alla prova delle nuove tecno

Vuoi diventare Influencer? Ora c’è il corso di Laurea triennale

Sta facendo il suo esordio nel panorama accademico moderno un nuovo corso di Laurea triennale che prevede di preparare i futuri Influencer e che è destinato a creare interessanti dibattiti in materia.

A quanto pare le domande arrivano numerose, così come gli studenti pronti ad iscriversi, con il sogno di diventare un giorno come i loro idoli della comunicazione dell’era social.

L’intero corso di laurea si può seguire si internet, su piattaforme dedicate e il costo di iscrizione per il primo anno si attesta sui 3.900 euro. Effettivamente l’indirizzo di studi influencer è un approfondimento della figura di comunicatore digital, ma altro non è che un indirizzo di studi che fonda le basi su un corso di laurea triennale che per quanto riguarda il piano di studi coincide con la laurea in Scienze della Comunicazione.

L’impronta degli studi in questo caso si focalizza maggiormente sulle nozioni di questa sorta di marketing del futuro, o social business, che sembra insidiare il concetto del marketing così come lo si è conosciuto e studiato fino ad oggi.

L’Università telematica E-Campus vuole preparare gli influencer del futuro, che potremmo accostare alla figura dell’opinion leader in senso classico; quel soggetto che in materia di comunicazione influenza le masse, il loro modo di pensare e spesso di agire.

Se pensiamo a figure come Giulia De Lellis o Chiara Ferragni, che rappresentano l’impersonificazione di questa nuova frontiera della comunicazione, ci possiamo rendere conto di come il pubblico possa essere una materia facilmente plasmabile, se opportunamente influenzato attraverso degli schemi comunicativi che riscopriamo oggi, ma che affondano le radici su determinati schemi comunicativi che già dagli anni 50 venivano seguiti soprattutto negli USA, attraverso la pratica del marketing e della pubblicità.

Il sistema comunicativo di chi influenza

In chiave moderna, chi riesce ad influenzare una grande massa di utenti, li trasforma in suoi followers.

Una volta che l’influencer ha “rapito” le menti dei suoi followers, può vendere loro qualsiasi tipo di servizio o prodotto, facendo leva su quelle dinamiche cognitive già note in discipline classiche come la psicologia e la filosofia.

E-Campus ha introdotto questo corso di laurea di primo livello nelle facoltà di Giurisprudenza; sono previste lezioni individuali, di gruppo e in rete.

Il piano di studi è obbligato, fatta eccezione per una materia che ogni studente può scegliere ogni anno.

Gli esami per cui ci si prepara sono simili a quelli che si sostengono in Comunicazione: troviamo la materia della Semiotica (lo studio dei segni), Filosofia del linguaggio, Etica della comunicazione, Sociologia della comunicazione, materie di diritto sul tema dell’informazione.

Gli studi sono molto ampi e trattano anche la storia dei linguaggi della comunicazione a partire dal sistema del linguaggio dei mezzi della radio e della televisione; nel corso dell’ultimo anno sono previsti dei laboratori per i diversi piani di studio, per poter mettere in pratica la teoria acquisita nei primi anni di studio.

Si fa pratica con le tecniche di scrittura, attraverso dei tirocini che mirano ad indirizzare gli studenti verso le loro inclinazioni; il marketing viene trattato a grandi linee, in questo caso si da più importanza al concetto stesso di comunicazione mirata ad influenzare, più che alla pubblicità in senso assoluto.

Uno dei settori in cui si possono trovare i futuri sbocchi lavorativi è quello della moda e degli accessori fashion, dove gli influencer con doti di marketing potranno dare libero sfogo alle loro competenze acquisite.

I costi per il corso di Laurea in Influencer

Come abbiamo visto si parte il primo anno con un versamento di 3.900 euro, ma se avete conseguito il Diploma con una votazione sopra i 90 su 100 riceverete uno sconto pari a 1.000 euro.

Le spese per l’immatricolazione sono di 250 euro, più 140 euro di tasse regionali che si devono versare ogni anno; un bel business insomma.

Per iniziare potete farlo in ogni momento dell’anno accademico; non è previsto un esame di ammissione.

Zendesk, software per la gestione dei forum della community


Sunshine Conversations, rebranding di Smooch, è una piattaforma di messaggistica che aiuta le aziende a raggruppare i messaggi provenienti dai diversi canali in una singola conversazione per creare un’esperienza di comunicazione interattiva unica. Tutti i team dell’organizzazione possono avere una visione unificata del cliente per interazioni maggiormente integrate.

Più trattative andate a buon fine


Siamo entusiasti di annunciare il nuovo componente del portfolio Zendesk: Zendesk Gather. Gather è il software per la gestione dei forum della community che consente di creare uno spazio in cui i clienti possono interagire tra loro e con il business.
Zendesk Duet riunisce in un unico pacchetto tutto ciò di cui l’azienda necessita. Duet offre l’accesso a Support e Sell, il nostro strumento di vendita per i team commerciali. Registrati per una prova gratuita e per usufruire del nostro Programma di accesso anticipato ad App Framework, che permette di installare le app di MailChimp, Pandadoc e Google Drive per potenziare gli strumenti a disposizione degli agenti di vendita.

Netcomm FORUM Nord-Est 2019
Zendesk sarà presente a Padova per il primo appuntamento del Netcomm FORUM Nord-Est, Giovedì 05 Dicembre 2019, per parlare di e-commerce e del digital retail. Sarà un’occasione per incontrarci, parlare delle sue esigenze e mostrarle le ultime innovazioni sulle soluzioni Zendesk per migliorare l’esperienza dei vostri clienti riducendo i costi e aumentando la produttività dei vostri sistemi in futuro.

Desidera un appuntamento personale con il nostro team? Scelga pure l’orario che meglio si adatta alla sua disponibilità.

[Customer Success Story] Infinity
Scopri come Infinity, la prima piattaforma a proporre lo streaming a sottoscrizione fruibile su tutti i device, parte del gruppo Mediaset, ha aumentato il CSAT del 10% adottando l’approccio omnicanale.

Buongiorno, Miami
Relate, la conferenza che ogni anno riunisce i clienti Zendesk a livello mondiale, si terrà a Miami dal 3 al 5 marzo con incontri sull’innovazione dei prodotti, simposi, formazione pratica e molto altro. Non aspettare troppo ad acquistare il biglietto, perché i prezzi aumenteranno a partire dal 15 ottobre. E non dimenticare la crema solare.

Italia: sanità digitale dietro a Francia e Gran Bretagna.

Il nostro paese non sembra investire troppo sulla sanità digitale; a dichiararlo è il presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie, Claudio Cricelli, in occasione della presentazione della piattaforma “Portale della conoscenza clinica”, un programma informatico che proviene da un lavoro di squadra effettuato da un gruppo di medici.

La presentazione ufficiale è avvenuta a Roma, nella sede del ministero della Salute; la realtà vede l’Italia come un paese che investe in sanità digitale molto poco; in rapporto ai dati del nostro paese, la Gran Bretagna investe tre volte tanto e la Francia spende esattamente il doppio rispetto a noi.

Tornando alla piattaforma di digitalizzazione sanitaria, il 7 ottobre è previsto un seminario a Firenze, in cui si incontreranno degli esperti nel settore, che parteciperanno all’incontro “The clinical revolution”.

Un nuovo portale unifica lo scambio dei dati

Il portale informatico è stato progettato e realizzato dalla Dedalus Holding, che ha comunicato le funzionalità di questa piattaforma, grazie alla quale si potrà realizzare una normalizzazione di un dato clinico, che potrà essere istantaneamente riprodotto, così come viene registrato e visualizzato dal medico.

Il primo interesse di sperimentazione della piattaforma prende in considerazione la malattia della malaria e prevede la collaborazione con medici infettivologi.

L’obiettivo futuro è quello di applicare questo lavoro alle maggiori patologie diffuse in tutto il mondo.

La parola agli esperti

“La digitalizzazione in sanità, troppo a lungo considerata un lusso, è una strada obbligata perché il sistema pubblico abbia lunga vita – ha spiegato Cricelli – Stretti tra invecchiamento demografico e risorse sempre più limitate, dobbiamo ripensare il processo clinico: la competenza si realizza nel rapporto con il paziente, ma la nostra professione deve poter attingere a tutte le fonti di conoscenza”.

In questo senso è molto importante che i medici di famiglia abbiano un computer che sia in grado di trasmettere i dati registrati in seguito all’esame clinico e inviarli al portale dedicato.

Un’importante riflessione ci arriva da Francesco Cognetti, professore straordinario di Oncologia medica all’Università Sapienza, direttore del Dipartimento di Oncologia medica dell’Istituto nazionale Regina Elena di Roma

“Ogni anno 90 mila persone affette da un tumore attraversano l’Italia per curarsi; il turismo sanitario oncologico costa alle famiglie migliaia di euro in termini di visite mediche, farmaci, viaggi e assistenza. Un portale che consenta di muovere dati e non persone, di condividere il processo clinico e di collaborare tra noi oncologi, può incidere su questi ‘flussi migratori’ migliorando qualità delle cure ed equità di accesso, risparmiando risorse pubbliche preziose e liberando tempo da dedicare al rapporto con il paziente”.

Pensiamo che sia molto importante tendere al perfezionamento di quelle dinamiche sanitarie ormai superate; questo per consentire cure adeguate per tutti i pazienti.

Velocizzare la consultazione dei dati

Soprattutto per facilitare la consultazione dei dati clinici e dei risultati delle analisi e degli esami che si effettuano presso le strutture sanitarie.

Grazie a questo portale i medici potranno consultarsi tra di loro anche se distanti migliaia di chilometri; il paziente andrà in ospedale solamente quando ne avrà veramente bisogno e soprattutto solamente per motivi di salute e non per rincorrere ogni sorta di documentazione clinica.

Inoltre unendo in un’unica piattaforma i risultati clinici, diminuisce di molto il rischio di false interpretazioni dovute allo scambio eccessivo di dati all’interno di diversi portali.

L’approccio alla cura del paziente sarà totalmente nuovo e più moderno; soprattutto meno stressante per il paziente e per il medico stesso, che risparmiando tempo utile, potrà dedicarsi maggiormente al rapporto diretto col paziente e dedicare più tempo alle visite specialistiche.

Il Portale della conoscenza clinica consentirà il collegamento dei diversi portali locali utilizzati normalmente dai medici; in questo modo tutto il sistema clinico sarà modernizzato e velocizzato.

Si eviteranno anche tutte le trascrizioni e i riversamenti sui diversi software, che attualmente vengono fatti dai medici a seguito dello svolgimento dell’esame clinico.

Inoltre intere comunità cliniche potranno comunicare in tempo reale e scambiare informazioni, linee guida pratiche e direttive per la cura dei pazienti.

Le 20 professioni meglio pagate per i giovani

Contrariamente a quanto si pensi, la crisi sta finendo o per alcuni è già finita da aun pezzo . Ci riferiamo a quei giovani che lavorano nel digitale , alcuni di questi guadagnano davvero bene.

La  PageGroup società di selezione del personale specializzata in indagini retributive ha rilevato che ci sono aziende disposte a pagare più di 3.000 euro lordi mensili per alcuni ruoli. Ecco la lista delle professioni meglio pagate per i giovani.

Social Network :quanto hanno cambiato il nostro comportamento e i danni provocati

I Social Network , come ho già ribadito in qualche articolo passato, sono ormai parte integrante del nostro quotidiano e , se per gli over 40 questa affermazione potrebbe sembrare bizzarra, per gli under 20 risulta un’emerita banalità. Facebook, Instagram, Twitter (e non solo) sono degli strumenti di comunicazione che hanno un potenziale incredibile perchè, grazie ad essi, si son creati nuovi lavori (social media manager) e rimangono comunque rapidi veicoli di notizie. I social , dunque, sono anche diventati quasi essenziali alla nostra persona.

Vi è mai capitato di sentirvi fuori dal mondo quando non riuscite a connettervi su Facebook? O di sentire il “dovere” di fare gli auguri di compleanno all’amico ma con il quale non vi parlate praticamente mai?

Se questo vi sembra normale, allora forse dovreste fermarvi un attimo a riflettere su ciò che stiamo vivendo.

I social hanno trasformato, negli ultimi 10 anni, il nostro modo di comportarci e spesso ci hanno reso persone fredde , poco attente alle emozioni con il risultato che le nostre azioni sono poste in essere senza pensare alle conseguenze delle stesse (ovvero potrebbero causare dolori o dispiaceri a chi ci legge). Like, commenti e quant’altro sono l’espressione di quello che pensiamo ma spesso sono anche il riassunto di tutta la rabbia che viviamo e che, tramite il web, tiriamo fuori come valvola di sfogo.

Autoesaltazione dell’io

Un paragrafo a parte va assolutamente dedicato a questo concetto: l’esaltazione di se stessi.
Il bisogno di mettere in mostra tutto ciò che facciamo,attraverso foto, status o commenti serve solo a rafforzare l’immagine che ci siamo creati di noi stessi. Crediamo di essere intelligenti e simpatici? Lo dobbiamo dimostrare in tutti i modi e a tutti i costi ,perchè i nostri “amici” o followers ci devono ammirare. Postare serve a dire “io esisto” ed esisto in questo modo, proprio in quello in cui voglio apparire agli altri!

E’ interessante uno studio americano (mi scuso se non lo cito ma non ricordo di quale Universitàfosse il merito) che tratta proprio di questo e che spiega come la gente , con l’avvento di internet e dei social, sia diventata vulnerabile ai giudizi anche di chi non si conosce.
 Più like si ricevono, più ci si sente importanti. Se ne si ha pochi, ci si sente quasi sprofondare e si ha la sensazione di essere soli o non valevoli.

Ti sembra esagerato ciò che dico? Eppure è cosi.

Il noto cantautore Giorgio Gaber , a tal proposito, disse una frase emblematica:
«LA PAROLA IO È UNO STRANO GRIDO CHE NASCONDE INVANO LA PAURA DI NON ESSERE NESSUNO…» (ci aveva visto lungo)


I messaggi sociali, culturali ed economici veicolati dai social media fanno apparire l’Io come la sola e vera realtà. L’unica sulla quale le nostre vite si debbano fondare e questo rappresenta una spia di grandi pericoli! La psicanalisi, infatti, aveva individuato come possibile cause di malattie mentali l’atteggiamento che tende ad esaurire la personalità nell’esclusiva considerazione di se stessa.

Dolore spettacolarizzato e poco pudore

Altro tema importante circa il cambiamento che i social hanno portato è proprio la spettacolarizzazione del dolore. Prima dell’avvento dei Social Network, quando si viveva un dolore più o meno intenso si tendeva a chiudersi nel proprio mondo, forse per pudore o semplicemente perchè il dolore è qualcosa di talmente intimo che chiunque lo guardi dall’esterno potrebbe ridimensionarlo e sbeffeggiarlo (..e il tuo dolore merita questo?)

Una tragedia sbattuta sotto gli occhi di tutti non assume un peso maggiore. Provoca sentimenti strani che vanno dalla pietà all’indifferenza più totale.

Quando si prova dolore ci si dovrebbe, invece, fermare un attimo a meditare su quello che stiamo vivendo e cercare di razionalizzarlo per poter andare avanti nella vita. Il dolore forma e ci fortifica ma la spettacolarizzazione di esso vanifica lo stesso e potrebbe trasformarci in persone sempre più fredde ed aride.

C’è anche un altro motivo per cui sarebbe sconsigliato mostrare il dolore (questo vale soprattutto in caso di tv) ; alla violenza il nostro organismo si abitua e, per non sentirsi minacciato ed adattarsi all’ambiente, un soggetto così continuamente esposto alla violenza, finisce per considerarla un fatto normale, un fenomeno che come un altro può accadere.

I social tendono a renderci sociofobici

Non meno importate , tra i problemi che sono nati con l’avvento di internet , dei forum e dei social network, è la paura di affrontare il prossimo. La sociofobia è il male del secolo e rappresenta quel particolare stato ansioso nel quale il contatto con gli altri è segnato dalla paura di essere malgiudicati e dalla paura di comportarsi in maniera imbarazzante ed umiliante.

Questa ansia nasce perchè il poco contatto REALE con gli altri ci ha disabituati ad affrontare il quotidiano con tutto quello che ne deriva. Succede , infatti, che dietro uno schermo si annulla il contatto visivo e il botta e risposta della conversazione scritta consente di valutare le parole da usare, e soprattutto le sue reazioni non vengono percepite dall’interlocutore. Succede anche spesso che i giovani (e non solo) si costruiscano una second life perchè quella reale sta stretta o non corrisponde a ciò che si vuole essere. Tutto questo è decisamente pericoloso proprio perchè impatta sulla mente e ci porta fuori dalla realtà.

Social: le coppie felici tendono a non pubblicare nulla

I social network ormai fanno parte della nostra vita e chi di noi , infatti, non possiete un account Facebook o Instagram? I social sono diventati sostanzialmente da qualche anno, parte integrante del nostro quotidiano tanto che ,se capita di non pubblicare status, foto o di non commentare entro le 48 ore, ci sentiamo quasi fuori dal Mondo.

Ti è mai capitato di fermarti un attimo e fare questa riflessione? Facebook , ad esempio, nato come reconneted people ,oggi è praticamente usato da noi tutti come un diario, quasi dimenticandoci che a leggere i nostri pensieri è potenzialmente tutto il mondo (soprattutto se abbiamo una pagina o un profilo aperto). Condividere è la parola d’ordine ma dietro questo comportamento potrebbero nascondersi dei problemi che ignoriamo. Pensate che , secondo alcuni psicologi, le coppie felici tendono a non pubblicare nulla sui social e sapete perchè? I motivi sono diversi ma ne elencherò i 3 più significativi:

Le coppie felici non sentono il dovere di dimostrarlo a nessuno

Se sei felice con il tuo lui, non senti la necessità di dirlo ai tuoi contatti perchè i momenti che si vivono sono talmente preziosi che qualcosa ti dice di conservarli nel tuo intimo e di non spiatterlarli per renderli criticabili. L’amore è un sentimento prezioso che non va “sporcato” con la curiosità degli altri e va protetto in tutti i modi.

2. Le coppie felici preferiscono la privacy

Per privacy non si intende il fatto di nascondere la propria felicità con gli status , ma s’intende il non pubblicare tante foto di coppia, magari creando album. I momenti che si vivono veramente intensamente non lasciano il tempo neppure ad un selfie. 🙂

Le coppie felici si fidano e sono gelose del loro vivere

Il terzo punto racchiude i primi due. La coppia che si ama davvero tende a non usare molto i social ma a viversi nella vitra reale, scambiando sogni e desideri in intimità, senza un cellulare in mano. Gli innamorati si godono i momenti scegliendo di emozionarsi mano nella mano o davanti ad un buon bicchiere di vino , perchè quello che si vive vis-à-vis è qualcosa di unico che penetra nell’animo e non potrà mai essere equiparato ad un’esperienza virtuale.

In conclusione : quando una coppia è felice non ha la necessità di ricercare l’approvazione esterna,  perchè il sentimento è già appagante di per se. Usando una frase che spesso leggo sui social, credo che possa sintetizzare tutto il mio pensiero :

“L’Amore è quella cosa che tu sei da una parte, lui dall’altra e gli sconosciuti si accorgono che vi amate

Red Pill teoria : la società discrimina più gli uomini delle donne?

Una pillola rossa (red pill) è una persona che si sarebbe svegliata riguardo al fatto che la società discrimina gli uomini, non le donne.

Ora vi riporto un testo che ho trovato su Facebook di un tizio (di Nome Lorenzo) che ha parlato di red pill e Incell. A voi le conculusioni

Red Pill e Incel

Volevo dare una mia personalissima opinione sul mondo redpill, incel etc…

Faccio delle premesse innanzitutto questa è solo una mia opinione non vuole avere la presunzione di portare la verità assoluta:

Io ormai sono anni che bazzico in diversi ambienti, tra cui gli ambienti redpill e incel ed ho un po’ ascoltato e visto le campane di tutti, tra l’altro personalmente ho sempre vissuto una vita nella norma e quindi ho pure visto e vissuto la vita reale.

Innanzitutto bisogna scindere redpill da incel, seppur spesso la redpill viene popolata da incel, non tutti i redpillati sono incel anche se ammetto che gran parte di loro lo sono, alla fine non conta quella che è l’ideologia nobile di pochi ma la percezione che la massa dà all’esterno ed all’esterno i redpillati vengono visti come incel che si piangono addosso e questo l’ho detto spesso nei loro gruppi.

Io personalmente la teoria LMS e la redpill a piccole dosi la condivido, non al 100% ma su molte cose sono d’accordo anche se io personalmente non concordo con loro che il fattore L ovvero bellezza sia così importante PER UN MASCHIO, per me L serve solo per il cosiddetto effetto alone o per delle sco*ate e basta.
Mentre MS sono molto importanti.

Senza spiegarvi troppo nel dettaglio quella che è la teoria redpill etc… nel caso vi informate da solo o mi domandate, io vorrei parlarvi del perché PURTROPPO la redpill non viene presa seriamente da nessuno se non dalla loro cricca.

Come dicevo prima, si lagnano troppo, io ho visto ragazzi normalissimi in tutto e per tutto definirsi incel e quando gli fai notare che il loro grande problema è come si pongono ed il carattere, il fatto che vengono percepiti come insicuri impazziscono e vi prendono come dei cuck, white kinight della situazione quando in realtà si sta cercando di parlare razionalmente.

Poi diciamocelo chiaro, per non rientrare negli standard minimi di LMS ce ne vuole, inoltre la maggior parte di loro sono pure stro**i ma non come quelli che loro definiscono chad (i tamarri belli e sicuri di sé) ma str**i insicuri e le femmine lo percepiscono, mentre un chad anche se è insicuro lo può nascondere e magari anche se sono str**i scopa*o lo stesso per quello che fanno percepire alle ragazze.

La cosa bella che danno dei cuck agli altri quando sono loro quelli che vanno a fare i disperati su tinder (Già solo il fatto che ti iscrivi su tinder vuol dire che sei disperato).

Non dico che siano tanto meglio i cuck (quelli veri) femministi/e che li giudicano male, ma ora non voglio parlare di loro.

L’unica cosa che mi da fastidio a favore loro, che dalla società vengono visti come dei mostri emarginati mentre altre categorie che si comportano come loro vengono stra protette.

Purtroppo si tende ad estremizzare o da una parte o dall’altra, si ragiona come tifosi di calcio in ogni contesto e chi va un pochino fuori dagli schemi non fa la cosa giusta perché stando nel mezzo non prendi consensi e non difendi nessuno e quindi non stai dalla parte di nessuno e vieni visto una minaccia da ambo le parti 🤣.

Fatemi sapere il vostro pensiero e sottolineo di nuovo che questa è una mia opinione basata su molti fattori, magari non è la verità.

Nella specie umana è la donna a fare selezione

Nella specie umana, è la donna a fare selezione.
Perché?
Semplicemente, è un meccanismo evolutivo: uno dei due generi deve avere il compito di cercare di garantire una generazione successiva “geneticamente” superiore. E’ un meccanismo intrinseco della natura: gli elementi geneticamente superiori si riproducono di più proprio per la loro natura, perché tendono più facilmente a sopravvivere in situazioni avverse ma anche perché, soprattutto, uno dei due generi si trova nella situazione di doversi accoppiare e scegliere un elemento che le piace di più. Ecco, quì avviene la magia: le femmine attratte dai maschi non “geneticamente superiori” (o più semplicemente, meno forti in un ambito di mera sopravvivenza) hanno dei figli più deboli che moriranno più facilmente, quindi lentamente ci troviamo nella situazione in cui le donne vengono attratte, proprio per motivi evoluzionistici, da maschi “migliori”. Non è una cosa propria solo dell’essere umano, basta guardare le strutture gerarchice di alcuni animali che si trovano in cima alla catena alimentare, come i leoni, in cui generalmente solo un maschio si accoppia con tante femmine.
La donna si sente più attratta (e non in modo cosciente, specifichiamolo) da un maschio bello, intelligente, furbo e ricco, perché tutte queste caratteristiche implicano una superiorità genetica che porta principalemente ad un dominio sugli altri uomini ma anche ad una più facile sopravvivenza in natura.
Ora, io penso di aver detto un mare di ovvietà, ma a quanto pare non lo sono per tutti.


Innanzitutto: non possiamo eliminare certe sensazioni, è come chiedere di non sentire più il tatto tutto d’un tratto. Dire che le donne non sono più influenzate da questo è una cavolata assurda, anche se però ormai la coscienza e l’intelligenza (a.k.a. l’educazione sotto alcuni punti di vista) le porta a ridurre effettivamente questo fenomeno evolutivo, ma è comunque presente.
Ed è quì che si sbagliano sia bluepillati che redpillati: da quel che noto io, uomini e donne vanno con un loro pari quando si tratta di matrimonio o di una relazione fissa, perché un uomo per un rapporto occasionale potrebbe puntare ad una ragazza “peggiore” di lui a causa del maggiore potere sessuale delle donne, ma quando deve sposarsi è consapevole (in gran parte dei casi) che può permettersi di meglio. Ovviamente, quel di cui parlo io è una tendenza generale, non una regola fissa.
Sotto allego l’immagine di un grafico fatto su okcupid, che fa vedere che a livello statistico le donne che cercano un rapporto occasionale puntano sempre sugli stessi uomini, al contrario dei maschi, che sono più “bilanciati”.

Testo preso dal web

E voi cosa ne pensat?

My Fitness pal, l’app che monitora le calorie

My fitness pal (e analoghi) sono STRUMENTI di monitoraggio dell’assunzione di cibo, che permettono di tener sott’occhio la quantità di calorie e la ripartizione di nutrienti giornaliera.

In quanto STRUMENTO bisogna valutare quando e quanto sia utile usarli: dareste mai in mano un martello a un bambino?

L’uso di supporti elettronici (o di un banale diario alimentare) può essere veramente prezioso per aumentare la consapevolezza riguardo al cibo in persone che normalmente non fanno molto caso all’alimentazione, e che tendono a mangiare più del dovuto, oppure usano troppo spesso cibi confezionati. Il monitoraggio di qualche settimana permette di rendersi conto che, forse, l’assunzione calorica e/o di zuccheri è eccessiva, e di conseguenza modifica in positivo le scelte. 
D’altronde, il controllo dei macronutrienti è molto importante in alcune categorie di sportivi, sebbene qui si potrebbe obiettare che quasi sempre gli agonisti sono seguiti dal dietista/nutrizionista e che quindi è sufficiente seguano la dieta data, fidandosi che la ripartizione sia corretta e adatta.

MA.
Se si dà in mano My fitness pal a una persona con personalità borderline per un DCA, qual è il risultato? Quasi sicuramente, l’accentuazione del disturbo stesso, perché si va a ricalcare non un monitoraggio, bensì un’ossessione. 
Quindi, uno dei primi step per riappropriarsi di un rapporto equilibrato con il cibo è quello di CANCELLARE l’applicazione, e imparare a usare altri parametri per fare scelte alimentari. Ad esempio, spostarsi dal peso in grammi a unità di volume (non “100 g” ma “una spanna”), così da non fossilizzarsi qualora il peso fosse di “98 g” o “102 g” e di diminuire il carico d’ansia quando si è fuori casa e non si ha una bilancia a disposizione. 
Inoltre, sarebbe utile capire in che modo e perché la persona è spinta a usare My fitness pal: questo indubbiamente sarebbe uno spunto importante per il percorso psicoterapico più che per quello dietetico. Ad esempio: l’app viene usata PRIMA o DOPO l’assunzione di cibo? Vale a dire: per “sentirsi autorizzati a mangiare” in un determinato modo, o per “essere sicuri di aver fatto giusto”? Piccole sfumature, ma che possono dire tanto riguardo i condizionamenti e i pattern mentali che caratterizzano il DCA.

Post della pagina Fb Alimentazione in Equilibrio

Food Marketing: sappiamo davvero cosa mangiamo?

L’industria, il marketing, in questo caso quello alimentare, ha fatto un bel buffo lavoro con le nostre menti: ci ha convinto che tutti i nostri desideri, reali o indotti, non possano essere soddisfatti se non tramite i loro prodotti. E cosi non possiamo vivere emozioni se non attraverso beni materiali, non possiamo divertirci se non consumando, e non possiamo assaporare cibi buoni, se non attraverso pastrugni ben confezionati da Lei (l’industria). Se quindi abbiamo voglia di uno yogurt al cocco, ma abbiamo a cuore il giro vita dobbiamo passare mezzora davanti al banco frigo per cercare quello con la scritta “light” piu grande, con la signorina piu sorridente sopra, quello con piu scritte “SENZA!” stampigliate sopra, insomma senza impazzire a leggere gli ingredienti perchè oddio non ci capisco niente, ma zuccheri semplici che sono uh questo ha meno grassiwow, insomma faccio prima a fidarmi di loro, tanta frutta, prodotti di origine naturale (pure l’arsenico ha origini naturali eh) eccolo.

E quindi se abbiamo voglia di uno yogurt al cocco, ci spariamo un bel prodotto sgrassato, aromatizzato, edulcorato, perchè se vi facessero mangiare quello yogurt zero da solo, non finireste il primo cucchiaino, altro che donnina sulla confezione, lo mangi lei sto schifo. Quindi per promettere grassi zero, si aggiunge zucchero, o (peggio) dolcificanti, aromi di vario tipo, ed ecco che miracolo, credo di mangiare qualcosa che nella mia testa si sovrappone ad vago ricordo di cocco. 


E cosi, hanno fatto tombola. Hanno preso un nuovo consumatore, l’esperienza positiva vi porterà a comprare ancora quel prodotto e lungi da voi cambiar marca, vi state dimenticando lentamente che sapore ha davvero lo yogurt e che caspita di sapore ha il cocco, ultima vi chiederete perchè mai fare a meno di cotanta comodità. Una coccola ogni tanto. Beh ogni tanto. Come tutte i cibi zuccherati, danno dipendenza, e fame, e alterazione del nostro Capo Supremo, ossia il microbiota intestinale, infiammano, quindi sta coccola ogni tanto, è probabilmente la vostra croce quotidiana, che sia lo yogurt, o il gelatino, o la merendina. Ma è alla frutta!!!!!!
Non la vede nemmeno col cannocchiale la frutta.
Proviamo per una volta a uscire da questo giogo, e a ragionare con la nostra testa? Se ho voglia di un yogurt al cocco, non mi resta che prendere dello yogurt (intero, greco…) e metterci… del cocco!!!!!! magari poi preso dall’entusiasmo creativo metto noci, ciocco fondente, zenzero, buccia di limone, e i gusti mi esploderanno su palato piano piano, man mano che mastico e si liberano le molecole volatili, assaporerò con calma la mia creazione e intanto cervello e corpo fanno scorta di batteri lattici, antiossidanti, vitamine, acidi grassi buoni, endorfine, soddisfazione, autodeterminazione.
Tutto in uno yogurt? 
Si, riprendersi la propria vita, e la propria salute, è tanta tanta roba. Ma bisogna aver voglia di mettersi in gioco. 
Chi ne ha voglia?

Post della Pagina Facebook Manuela Navacci Biologa Nutrizionista

Alfawise M1, il nuovo scooter monopattico elettrico e pieghevole

E’ da poco arrivato sul mercato dei motocicli elettrici il nuovo scooter elettrico Alfawise M1; per il momento si può acquistare a un prezzo di 399,99 sterline sul mercato del Regno Unito.

Per quanto riguarda la distribuzione, se ne occupa la GearBest, azienda rivenditrice cinese; proprio per questo nuovo prodotto l’azienda cinese sta facendo delle interessanti promozioni anche sugli accessori ad esso legati.

Questo scooter elettrico è costruito per soggetti adulti e sopporta un carico di peso fino a 100 kg; raggiunge una velocità di punta di 25 km / ora, che con la spinta manuale può arrivare fino a 30 km; mentre nella modalità di risparmio energetico arriva a una velocità stabile di 15 km/h.

Troviamo quindi nel controllo automatico della velocità una novità importante per questo settore; a livello di guidabilità, inizialmente si possono trovare delle piccole difficoltà come è normale che sia per chi lo guida per la prima volta; tuttavia una volta presa la mano risulta abbastanza facile.

I segnali acustici vi avvertono a seconda delle diverse velocità che raggiungete di volta in volta; per quanto riguarda l’impianto frenante l’M1 è dotato di un impianto che prevede l’ABS anteriore e un freno a disco posteriore.

Una caratteristica importante riguarda lo spazio di frenata che è di soli 4 metri anche a velocità massima.

Oltre al sistema di frenata doppio, è presente anche una leva di freno singola; si trova sul manubrio sinistro.

Una volta che iniziate a frenare, si accende una luce sul fanalino di coda che inizia a lampeggiare per avvertire chi sopraggiunge dietro di noi; inoltre è presente anche un faro frontale che si accende se premete il tasto di accensione velocemente per tre volte.

Oltre a questo, se invece di premere il tasto rapidamente e per tre volte, lo premete per due volte cambiate l’impostazione della potenza da potenza normale a risparmio energetico.

Per quanto riguarda il contachilometri, si trova sopra lo sterzo; di seguito troviamo 4 led sopra il tasto di avviamento, che indicano quanta energia c’è ancora nella batteria; potete premere il tasto anche per passare tra le diverse modalità oppure per accendere e spegnere le luci.

Passando alla gommatura, il pneumatico anteriore è robusto e vi permette di ammortizzare bene le diverse condizioni stradali.

Per tutti i ricambi che vi occorrono eventualmente potete far riferimento al fornitore principale, ossia la GearBest, che per esempio vende i pneumatici di ricambio direttamente.

M1 Alfawise ha aggiunto degli elementi diversi in particolare sul retro, dove troviamo uno pneumatico particolare con una struttura a nido d’ape che consente una maggiore durata e una minore usura a parità di chilometri percorsi.

Effettivamente sia la gomma anteriore che posteriore sono entrambe resistenti; in ogni caso siate sempre cauti quando vi trovate in situazioni particolari, come ad esempio il fondo stradale bagnato.

Proseguendo parliamo della trasportabilità; l’M1 Alfawise vi da la possibilità di sbloccare il piantone dello sterzo e piegarlo in direzione delle ruote; in questo modo non avrete difficoltà a trasportarlo nella vostra auto.

Per ripiegarlo non è difficile, ci vogliono due minuti; il suo peso è di 12,5 kg e le dimensioni una volta piegato sono di 108x43x49 cm, quindi non è eccessivamente ingombrante.

Passando all’alimentazione della batteria, quando si scarica completamente, la sua ricarica ha una durata di circa sei ore.

La spina è europea, dunque se siete in Inghilterra vi dovete attrezzare con un adattatore.

M1 ha un’accelerazione automatica molto più vivace di quanto si pensi, per questo è importante vigilare nel caso in cui lo usino dei bambini.

In queste circostanze, è bene impostare la velocità si risparmio energetico, in modo tale che non si possa superare la velocità di 15 km/h. Importante indossare sempre un casco protettivo.

Xbox Scarlett: tutte le caratteristiche della nuova console Microsoft appena presentata

La nuova console Xbox Scarlett prestò sarà disponibile per tutti i videogamers, andiamo a vedere quali sono le principali novità e specifiche tecniche.

Partiamo dall’annuncio del suo arrivo, che è stato formalizzato durante la conferenza stampa dedicata all’interno dell’evento di settore E3 2019.

tra le principali specifiche tecniche troviamo migliorie per quanto riguarda la CPU, GPU, RAM, teraflop e la risoluzione, che ora è a 8k.

Si sono aperte le porte a un nuovo filone di console di cui Xbox Scarlett fa parte; per restare al passo della concorrenza, nei confronti soprattutto di Sony, il suo principale antagonista da decenni.

Forse proprio questo ha spinto gli addetti ai lavori a dare l’annuncio ufficiale.

Gli stessi dettagli tecnici vogliono rispondere al lavoro di pubblicità di Sony, sempre al centro del mercato e che sa come muoversi e stuzzicare l’interesse del suo pubblico; proprio per questo la Xbox Scarlett in questa occasione non ha badato a spese e presto continuerà la sua comunicazione pubblicitaria sui diversi canali disponibili; da internet alla tv fino ad arrivare alla radio.

uno dei primi messaggi molto chiari sta nel fatto che per questa nuova console non si prenderà spunto dalla prima Xbox del vecchio tipo, ma si ripartirà dalla Xbox One X, per poi sviluppare le migliorie del caso.

In questo caso si ritorna alla concezione puramente da videogiocatori; non si curerà più quell’aspetto che riguarda tutti gli accessori multimediali, che sono presenti in altri apparecchi.

Xbox Scarlett sarà completamente al servizio dei videogiocatori, senza troppi fronzoli.

Le persone che stanno lavorando a Xbox Scarlett sono le stesse che si sono occupate del progetto Scorpio; questo è stato sottolineato durante la conferenza stampa che ha rivelato dei dettagli aggiuntivi sulla nuova console.

Anche durante il trailer che si è visto in conferenza si sono potute notare delle analogie con il video che Microsoft fece per annunciare Xbox One X.

Questo è stato fatto per far percepire al pubblico quella continuità che contraddistingue tutte le storie di successo.

Tra le caratteristiche principali troviamo la cura per il design, le prestazioni e il rapporto qualità/prezzo, che Microsoft considera molto importante; tutto questo verrà garantito dal team che sta lavorando a questo progetto.

Per quanto riguarda i dettagli tecnici, partiamo dal processore e dalla scheda video; il tutto è sviluppato da una collaborazione con AMD; la CPU possiede una struttura Zen 2, che si accoppia a una GPU, che ha una tecnologia Navi.

La X box Scarlett ha anche un sistema di chip che è stato realizzato con una tecnologia a 7 nanometri, in coppia con una RAM GDDR6, che aumenterà la larghezza di banda, specialmente durante le sessioni di gaming on-line.

ancora non si sa precisamente quanta sia la memoria effettiva, perchè questo è un discorso che investe anche i costi di produzione, ma non dovrebbe superare i 16 GB di ram.

Ci sono interessanti novità per quanto riguarda l’hard disk; parliamo di un SSD del tutto rinnovato che offre maggiori prestazioni e che può essere utilizzato come se prendesse il posto di una Ram virtuale.

Questo per consentire una diminuzione del tempo che occorre per caricare i giochi e soprattutto per evitare delle interruzioni durante il gioco online.

La concorrenza va fronteggiata; stiamo parlando di Sony con la PS5 che ha fatto trapelare nelle ultime settimane parecchie indiscrezioni.

Sembra che alcune componenti tecniche di hardware siano simili se non le stesse tra Sony e Microsoft.

Come in tutti i settori anche in questo caso i due protagonisti principali percorrono strade simili, con continui cambi di direzione anche per confondere il diretto concorrente.

un altro passo verso le console di nuova generazione si sta per compiere, per la gioia di tutti i videogiocatori.

Google Maps: sono attivate le funzioni per il rilevamento degli autovelox fissi e mobili

Novità in vista per Google Maps; ci sono diversi aggiornamenti in arrivo che saranno presto a disposizione dei possessori di smartphone ed Apple.

Tra questi troviamo nuove mappe, funzioni, opzioni di visualizzazione e soprattutto un’interessante novità; i rilevatori di autovelox.

Inizialmente, dalle prime notizie che erano circolate, si pensava che l’opzione autovelox coprisse solamente i paesi all’estero, mentre adesso sappiamo che si potrà usufruire di questa funzionalità anche in Italia.

Infatti Google ha inserito all’interno della lista dei paesi europei anche l’Italia, per quello che riguarda la messa in funzione delle nuove funzionalità e aggiornamenti.

Gli apparecchi Apple e Android saranno in grado di rilevare la presenza di autovelox, sia fissi che mobili, ma ci sono anche altre novità a disposizione degli utenti; parliamo in particolare di una nuova opzione nell’interfaccia del menu, che consentirà di segnalare se durante il percorso sono presenti delle code, degli incidenti oppure degli autovelox mobili. Anche alcune funzioni di Waze sono state adottate e inserite da Google per queste nuove opzioni; questa è una delle novità più interessanti; infatti proprio da Waze arriva la possibilità di segnalare gli autovelox per quello che riguarda i rallentamenti e gli incidenti; Google ha acquistato queste opzioni, per ingrandire le sue mappe.

Queste nuove funzioni rispondono alle esigenze espresse a più riprese dagli utenti, che sentivano la mancanza di un’opzione che consentisse loro di rilevare durante il viaggio la presenza di autovelox sia fissi che mobili, di fatto in continuo aumento.

In particolare l’aggiornamento di google maps fa parte della versione per gli autovelox n. 10.16.3 per quanto riguarda Android, Apple e molti modelli di smartphone attualmente disponibili sul mercato.

Da questo punto di vista non ci sono particolari impedimenti o blocchi vari, a seconda dei diversi modelli di telefoni.

Già nei prossimi giorni molti smartphone potranno scaricare questi aggiornamenti; effettivamente già nei mesi passati, alcuni utenti avevano incominciato ad accorgersi di segnalazioni su google maps di incidenti e rallentamenti.

Questo significa che la compagnia statunitense aveva già iniziato a lavorare in questo senso;

prossimamente, al momento della presenza dell’autovelox, apparirà il limite di velocità vigente in quel tratto di strada, nella parte bassa del display dell’applicazione; al tempo stesso ci saranno delle icone che andranno a segnalare gli autovelox presenti sulla strada.

per attivare queste funzioni ci sono delle modalità simili a quelle che erano presenti all’nterno di Waze; sarà sufficiente premere un pulsante dedicato per segnalare e inviare immediatamente fino a tre opzioni, che riguardano rispettivamente incidente, autovelox mobile e rallentamento.

Se siamo arrivati al punto che anche google maps inizia a segnalare gli autovelox fissi e mobili, si deve rispondere al quesito che riguarda la legalità di tutto questo.

Vi diciamo subito che la legge è interpretabile; infatti attualmente in Italia, da una parte non è consentito l’utilizzo di dispositivi che rilevano e individuano gli autovelox, dall’altra parte è obbligatoria la segnalazione della presenza degli stessi, quanto anche delle postazioni di controllo della velocità.

C’è anche da dire che il codice della strada, in questa direzione viene spesso cambiato e modificato, a seconda del cambiamento degli asset delle compagnie italiane ed europee.

C’è poi la differenza tra le postazioni attive e non; il fatto di segnalare fa anche da deterrente nei confronti dei guidatori particolarmente inclini a viaggiare oltre i limiti vigenti; d’altra parte è anche vero che, se le segnalazioni non si rilevano veritiere per troppo tempo il gioco viene scoperto.

Da questo punto di vista google maps segnala solamente le postazioni effettivamente attive.

anche dal punto di vista giuridico ci sono molte situazioni interpretabili; ci sono molti casi diversi che suscitano l’interesse degli utenti della strada e degli addetti ai lavori.

Si sono create delle vere e proprie community che si scambiano continuamente segnalazioni in tempo reale attraverso internet, gli smartphone, facebook, whatsapp ecc…

Novità Asus: nuovi ZenBook e VivoBook che supportano lo ScreenPad 2.0

Asus è ormai vicinissima al lancio ufficiale sul mercato dei suoi nuovi prodotti; stiamo parlando di ZenBook e VivoBook, due nuovi computer portatili, che offrono la funzionalità ScreenPad 2.0.

Durante la fiera di settore Computex, tutti gli appassionati dell’hi-tech e di informatica stanno osservando queste ed altre novità.

Proprio Asus infatti ha presentato i suoi nuovi modelli di computer portatili e ha avuto molto riscontro di pubblico con VivoBook e ZenBook; come dicevamo la funzionalità ScreenPad 2.0 ha attirato i più curiosi.

Questa nuova funzione, ha richiesto da parte della compagnia di computer un anno di studio e lavoro, in confronto alla prima uscita che gli appassionati del settore avevano potuto apprezzare durante un’altra fiera di computer, IFA 2018.

Uno dei fattori che risalta per primo è costituito dall’attenzione alla creazione di nuove funzioni da parte della Asus. I suoi computer portatili offrono sempre funzioni all’avanguardia.

Per questo nuovo modello, in confronto al precedente, ci sono dei cambiamenti che nell’operatività lo fanno assomigliare a uno smartphone; le prime migliorie sono state apportate all’interfaccia, a partire dalla struttura del menù simile a un modello di telefono android; la funzione di passaggio da ScreenPad a classico trackpad rende la fruibilità del prodotto estremamente dinamica e intuitiva.

Asus ha curato ScreenPad 2.0 anche per quanto riguarda la batteria, a partire dal risparmio energetico per quanto riguarda lo schermo secondario che non consuma troppo la batteria del PC.

Il nuovo ZenBook S può rimanere acceso per 9 ore con ScreenPad in funzione; per quanto riguarda le diverse versioni di questo computer portatile, ci sono più modelli che saranno a disposizione degli utenti.

ZenBook infatti immetterà sul mercato diversi portatili nelle misure da 13, 14 e 15 pollici, compreso un processore che arriva a Intel Core i7 di ottava generazione.

In particolare nel modello da 15 pollici vedremo l’opzione con scheda video GTX 1650 Max-Q, a differenza delle misure più piccole che porteranno la scheda video GeForce MX250.

Per quanto riguarda lo ScreenPad 2.0, lo troveremo in tutte le versioni prodotte.

Anche il nuovo touchscreen di Asus coprirà i nuovi computer dedicati alla fascia media, gli Asus VivoBook. Nel corso di quest’anno troveremo nuove varianti con schermo da 13 e 15 pollici, che saranno in grado di supportare processori fino a Intel Core i7 e scheda video MX250.

Lo ScreenPad 2.0 può essere utilizzato al meglio nella sua funzione di schermo non principale che vi consente ad esempio di accedere con facilità a determinate applicazioni come Spotify oppure avere sempre a portata di mano le applicazioni di appunti veloci; per gli appassionati di giochi per PC e passatempo c’è poi anche la possibilità di giocare a Candy Crush Saga.

Asus ancora non ha comunicato particolari dettagli per ciò che riguarda il costo e il numero di modelli a disposizione; sia per ZenBook che per VivoBook; nel breve periodo dovrebbero arrivare dei comunicati ufficiali a questo proposito.

Strategicamente Asus ha prodotto queste nuove versioni di PC portatili quest’anno, perchè ricorrono i 30 anni dalla fondazione.

La nuova funzione prevede anche il touchpad interattivo, che arricchisce lo schermo e il pc portatile, permettendo di passare velocemente da una funzione all’altra.

Anche i display hanno uno schermo NanoEdge estremamente sottile rispetto alla scocca del PC; questi computer arrivano fino a 16 GB di memoria RAM.

In particolare Asus ZenBook Pro Duo, possiede un secondo display touch-screen 4K Oled Uhd, che porta il nome di ScreenPad Plus.

Si tratta di uno sviluppo ulteriore dello ScreenPad originale. Anche qui troviamo il display NanoEdge molto sottile.

Questo PC ci offre la possibilità di utilizzare Amazon Alexa con i processori Intel Core.

I nuovi processori sono tutti di nona generazione, hanno fino a 32 GB di RAM e supportano una scheda grafica NVIDIA GeForce RTX 2060.

Il nuovo smartphone Huwaei Honor 20 con un sensore targato Sony

Huwaei promette di stupire ancora il mercato del settore con Honor 20, da poco annunciato a Londra, in occasione del Battersea Evolution, andando in controtendenza rispetto alle recenti controversie con Google.

La compagnia cinese, si presenta in tre versioni: quella base, la Pro e la versione Lite; il prezzo parte da € 299,00.

in occasione della presentazione non si è parlato della recente decisione del governo degli Stati Uniti d’America, di introdurre l’azienda cinese nella lista nera dei fornitori; un veto che si concretizzerà ad agosto.

Cio nonostante, Huwaei sembra avere tutte le intenzioni a proseguire la sua collaborazione con Android, per questioni di software.

Attualmente, a causa di questi recenti problemi il modello Honor 20 non possiede la certificazione Google; si lavora ad una licenza temporanea.

per quanto alle caratteristiche tecniche di questo smartphone, possiede uno schermo da 6,26 pollici e un sensore prodotto dalla Sony da 48 megapixel; un angolo grandangolo da 16 megapixel, teleobiettivo e sensore macro.

Questo permette di poter fare delle fotografie molto ravvicinate. Non poteva mancare poi la fotocamera per il selfie, da 32 megapixel.

Huwaei ha pensato anche a un processore molto potente, il più performante mai prodotto fino ad ora dalla compagnia cinese; si chiama Kirin 980 dotato di intelligenza artificiale, con 8GB di Ram e 256 GB di memoria interna.

Un’altra “chicca” è rappresentata da un lettore di impronte digitali che si trova sul pulsante di accensione del telefono.

Per le variazioni di prezzo, il modello Phantom Black e Phantom Blue ha un prezzo di 600 euro. A 500 euro i modelli Midnight Black e Sapphire Blue.

“Il nostro obiettivo è continuare a lavorare con Google e su Android”; queste le dichiarazioni riguardo ai blocchi USA.

In questo modo Huwaei tranquillizza i propri clienti che hanno uno smartphone e necessitano di aggiornamenti delle loro applicazioni. Anche i modelli Honor saranno tutelati da questo punto di vista; sia Honor 20, che Honor 20 Pro e Honor 20 Lite.

“Non ci sarà alcun problema con i rilasci degli aggiornamenti del sistema operativo e gli eventuali ritardi delle patch di sicurezza dipenderanno dai tempi dei singoli mercati e non dalla disponibilità di Google”; queste le dichiarazioni di Anya Nikoloska Zelenkov, Responsabile marketing e comunicazione Honor Italia.

Riguardo le notizie ufficiose dalle quali emergeva la volontà della Huwaei di concentrarsi sullo sviluppo di un sistema operativo proprio, arrivano questi chiarimenti, sempre da parte del Responsabile marketing Huwaei: “è vero che si lavora a un software interno, esattamente come fa ogni altro grande produttore”.

Riguarto i blocchi USA invece: “La speranza è di sbloccare la situazione entro i prossimi tre mesi, anche perché si tratta di una battaglia politica che si gioca su un terreno più grande rispetto a quello commerciale”.

La Huwaei sembra essere fiduciosa riguardo il risanamento di questa incrinazione commerciale e politica.

Per il momento le notizie positive arrivano dal mercato italiano, dove il brand è al quarto posto se parliamo di vendite.

Continuando con le caratteristiche tecniche, spicca il grandangolo da 16 MP, che possiede uno stabilizzatore ottico dell’immagine.

Un teleobiettivo da 8 MP, potenziato da uno zoom ottico 3x, zoom ibrido 5x e digitale 30x; l’obiettivo Macro poi consente di fare fotografie a 4 centimetri dal soggetto.

Nella parte posteriore, c’è uno vetro che riflette la luce in ogni direzione, creando un interessante effetto ottico.

La batteria è da 4.500 mAh, all’interno del quale c’è un sistema per ricaricare il 50% della batteria in mezz’ora circa.

Honor 20 Lite è il modello più leggero della gamma, che promette molte vendite sul mercato italiano.

Lo sviluppo futuro di Huwaei sembra essere in continua crescita e pronto a stimolare ulteriormente la diretta concorrenza.

Insieme ad Android ed Apple, Huwaei aumenta la sua rilevanza mercato globale, che si concentra anche sul territorio italiano e che fino ad oggi ha trovato un importante riscontro soprattutto da parte dei giovani.

WhatsApp sfrutta una nuova estensione per inviare criptovalute

Nel mercato delle innovazioni in ambito tecnologico, in particolare delle applicazioni per smartphone ci sono sempre continue novità. L’ultima in fatto di funzionalità che si propone a tutti gli utenti di whatsapp porta il nome di Lite.im Bot, ideata dall’azienda Zulu Republic.

Nei giorni scorsi quest’azienda che si occupa di creazione e sviluppo nel campo del software, ha dato notizia di una nuova funzionalità disponibile sul mercato.

Notizia che è arrivata dal profilo twitter della società che ha creato il software Lite.im Bot, da tempo in costruzione da parte del personale specializzato dell’azienda.

Grazie a questa nuova funzionalità, chiunque possieda whatsapp sul proprio telefono potrà inviare e ricevere criptovalute via whatsapp.

Un notevole sviluppo nel settore, soprattutto in un momento particolarmente felice per le criptovalute. L’applicazione whatsapp ha investito più di 1,5 miliardi di utenti nel mercato globale. Ha anche raggiunto un’enorme popolarità in in Italia.

Ora, grazie a questa possibilità, è possibile trasferire su whatsApp le criptovalute; tutto questo porterà un ulteriore sviluppo nel mercato delle criptovalute.

Infatti anche Facebook si sta impegnando per sviluppare in un prossimo futuro una criptovaluta di sua proprietà.

Lite.im Bot si propone come un’applicazione che farà da estensione a whatsapp.

Tramite lo sfruttamento di questa tecnologia si è unito il funzionamento dell’app di messaggistica, che fino ad oggi gestiva la messaggistica degli utenti, al servizio di blockchain decentralizzato di Bitcoin e altre criptovalute.

Con questo nuovo sistema, si possono inviare e ricevere criptovalute attraverso i semplici messaggi; basterà impostare l’importo da inviare e il numero del destinatario.

Chi riceve il messaggio, una volta aperto, può trasferire le crypto sul proprio wallet.

Per ora questa funzionalità è solamente in versione inglese e spagnolo, ma si può usare in tutto il mondo.

Creare il proprio account non è difficile; si accede sul sito del bot, si inserisce il proprio numero di telefono e lo si verifica attraverso l’inserimento di un codice ricevuto tramite SMS.

Vi basteranno pochi minuti per iniziare ad usare questa estensione; il fatto che queste funzioni siano all’interno di un’estensione esterna a whatsapp è un vantaggio, perchè gli utenti di tutto il modo possono avere un accesso più facile e immediato.

A livello di capacità, il bot concepito fin’ora supporta quattro criptovalute: Bitcoin, Litecoin, Ethereum e ZTX Coin.

L’ultima di queste è la criptovaluta ufficiale creata da Zulu Republic per tutti i clienti che accedono alle funzionalità di quest’azienda.

Un grande sviluppo per le criptovalute, che si trovano ad intraprendere un percorso non facile, che è quello di aprirsi al mercato globale ed essere usate da un numero di persone sempre maggiore, soprattutto ai clienti che di solito non hanno molta dimestichezza con le funzionalità dell’informatica.

Siamo in una fase in cui questa valuta diversa da quella classica deve diventare ugualmente affidabile e sviluppare una propria reputazione nei confronti degli utenti, che dovranno abituarsi a utilizzare questa nuova modalità di pagamento.

Al giorno d’oggi i clienti potenziali che usano whatsapp non sono solamente ragazzi e giovani; ma ci sono molte persone della fascia 50 e più.

Se si riesce ad unire l’applicazione di whatsapp con i pagamenti che sfruttano le criptovalute, si va a rendere la vita più semplice a chi vuole utilizzare nuovi metodi di invio e ricezione di denaro in criptovaluta.

In questo modo, gli utenti anche meno esperti, avranno a propria disposizione uno strumento facile da utilizzare e soprattutto veloce.

Ora il fattore più importante per Zulu Republic è quello di osservare i comportamenti degli utenti nei confronti di questa nuova funzionalità.

È normale che ci sia una prima fase in cui gli utenti sono poco confidenti con questa estensione, ma è uno scotto che l’azienda deve pagare, in attesa di una diffusione di massa per questo nuovo software.